UNA TRAGEDIA CHE SI POTEVA EVITARE – I CINQUE OPERAI MORTI DURANTE LA MANUTENZIONE DI UN IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO DELLE ACQUE REFLUE A CASTELDACCIA, IN PROVINCIA DI PALERMO, NON INDOSSAVANO MASCHERE E DISPOSITIVI DI SICUREZZA: I PRIMI QUATTRO CHE SI SONO CALATI NELLA CISTERNA HANNO PERSO CONOSCENZA PER LE ESALAZIONI, SUBITO DOPO AVER CHIESTO AIUTO: UN QUINTO È DECEDUTO MENTRE PROVAVA A SALVARLI – E ORA SI INDAGA PER CAPIRE SE LA SQUADRA AVESSE LE COMPETENZE ADATTE VISTO CHE…

-

Condividi questo articolo


1 - SI CALANO NELLE FOGNE 5 OPERAI UCCISI DAL GAS “ERANO SENZA MASCHERE”

Estratto dell’articolo di Francesco Patanè per “la Repubblica”

 

incidente sul lavoro a casteldaccia 3 incidente sul lavoro a casteldaccia 3

«Li ho sentiti gridare, ma non sono riuscito a salvarli», continua a ripetere Giovanni D’Aleo mentre cammina con le mani nei capelli fra le ambulanze e i mezzi dei vigili del fuoco. «Sono vivo per miracolo», dice ad un collega che prova a consolarlo. È stato lui a dare l’allarme, ieri alle 13.48. Alla centrale operativa ha urlato che sette suoi compagni di lavoro erano rimasti all’interno della cisterna interrata, sei metri sotto la strada.

Ieri a Casteldaccia, in provincia di Palermo, c’è stata una strage sul lavoro. Cinque operai sono morti mentre facevano la manutenzione di un impianto di sollevamento delle acque reflue in contrada Corvo.

 

roberto raneri roberto raneri

Un sesto lotta fra la vita e la morte in ospedale e tre sono sotto shock.

È morto per avvelenamento Epifanio Alsazia, 71 anni, contitolare della Quadrifoglio group di Partinico, trovato all’interno della cisterna interrata profonda sei metri. Con lui c’erano tre suoi dipendenti: Ignazio Giordano, 57 anni, residente a Partinico, Giuseppe Miraglia, 47 anni, di San Cipirello, Roberto Raneri, 51 anni, di Alcamo. La quinta vittima è Giuseppe La Barbera, un operaio interinale dell’Amap, la partecipata del Comune di Palermo che è proprietaria dell’impianto.

giuseppe la barbera giuseppe la barbera

 

[…] Al momento della tragedia c’erano 80 centimetri di liquami e una concentrazione di gas velenoso 10 volte più alta del limite di pericolosità. La ricostruzione è terribile: i tre sul fondo della vasca avrebbero fatto in tempo a chiedere aiuto prima di perdere conoscenza.

A quel punto, altri quattro sono scesi per cercare di salvarli ma non sono riusciti a superare la soletta a metà altezza.

 

I vigili del fuoco hanno trovato quattro operai nel soppalco: due privi di vita, uno in condizioni disperate e un quarto intossicato lievemente perché era stato l’ultimo a scendere. Per i tre sul fondo della cisterna non c’è stato nulla da fare.

 

[…]

ignazio giordano ignazio giordano

Una tragedia che si poteva evitare. «Li hanno mandati a morire», dice con le lacrime agli occhi un soccorritore, tra i primi arrivati sul luogo della strage. Non avevano alcun dispositivo di protezione. […] Secondo quanto hanno accertato i soccorritori, nessuna delle vittime indossava maschere e dispositivi di sicurezza. E alcuni di loro non avrebbero avuto nemmeno le competenze per lavorare in un ambiente così pericoloso.

 

[…] I cinque operai sono morti in un ambiente saturo di idrogeno solforato, un prodotto di fermentazione dei liquami, altamente tossico, la cui presenza era prevedibile, e non hanno avuto scampo. Questa è l’unica certezza nella strage di operai di Casteldaccia: a ucciderli sono state le esalazioni velenose.

incidente sul lavoro a casteldaccia 2 incidente sul lavoro a casteldaccia 2

 

[…] la procura di Termini Imerese ha aperto un fascicolo per omicidio.

 

[…] Domenico Viola, 62 anni, di Partinico, che ora è in condizioni disperate al policlinico di Palermo. Giuseppe Scavuzzo, di 39 anni, e Paolo Sciortino, di 35, portati in ospedale per precauzione, ma non hanno particolari problemi, mentre il secondo lavoratore a contratto, Giovanni D’Aleo, è l’operaio che è riuscito a dare l’allarme.

 

2 - QUATTRO EDILI E UN INTERINALE IL DUBBIO CHE QUELLA SQUADRA AVESSE LE COMPETENZE ADATTE

Estratto dell’articolo di A. Can e F. Pat. per “la Repubblica”

 

la disperazione dei familiari degli operai morti a casteldaccia 2 la disperazione dei familiari degli operai morti a casteldaccia 2

Nessuno di loro aveva maschere, dispositivi di sicurezza, le apparecchiature necessarie per fare quell’intervento senza rischi. Ma forse le cinque vittime della strage di Casteldaccia e i loro colleghi che si sono salvati non avevano neanche qualifiche e professionalità per stare in quella vasca, eppure ugualmente sono stati mandati a fare quell’intervento. È questo il nodo dell’inchiesta sulla strage. Inquirenti e investigatori si trincerano nel silenzio, «le indagini sono in corso ». Ma i sindacati sono al lavoro e più di un’anomalia l’hanno già tirata fuori.

 

incidente sul lavoro a casteldaccia 4 incidente sul lavoro a casteldaccia 4

Primo: la più anziana delle vittime, il 71enne Epifanio Alsazia, in quel cantiere non ci doveva neanche stare. Formalmente — spiegano dalla Cgil — era pensionato e socio della Quadrifoglio. Ma ieri era lì all’alba, è sceso in quella vasca, ci è morto. […] altri due lavoratori, lì, non avrebbero dovuto esserci. Quella prevista a Casteldaccia non era una semplice manutenzione. Sarebbero serviti operati specializzati, ma solo uno aveva le qualifiche necessarie.

la disperazione dei familiari degli operai morti a casteldaccia 1 la disperazione dei familiari degli operai morti a casteldaccia 1

 

«Uno dei morti — denuncia Piero Ceraulo, segretario provinciale della Fillea Cgil — era addirittura inquadrato come primo livello, come fosse appena entrato in cantiere. Non si possono svolgere mansioni come quelle senza la giusta formazione, continua e costante».

 

E nessuno — emerge da un controllo alla Scuola edile — nell’ultimo anno aveva svolto corsi su salute e sicurezza.

Corsi che l’impresa ha l’obbligo di fornire, soprattutto se impiegata in contesti ad alto rischio. In presenza di liquami, è altissimo.

incidente sul lavoro a casteldaccia 2 incidente sul lavoro a casteldaccia 2

 

Impossibile poi al momento dire se avessero formazione specifica gli operai di Amap in squadra.

O meglio, gli interinali. Sono di fatto lavoratori in affitto, formalmente dipendenti di grandi holding — la G Group e la Manpower quelle cui fa ricorso la municipalizzata del Comune di Palermo — che le “prestano” a una ditta terza. Con meno tutele degli assunti, ovviamente.

 

[…]

incidente sul lavoro a casteldaccia 1 incidente sul lavoro a casteldaccia 1

Come sia stata formata la squadra poi, è tutto da appurare. «Tra parcellizzazione del lavoro, frammentazione di contratti, figure, ditte operanti in appalto o in subappalto — dicono i segretari generali di Nidil Cgil Palermo Francesco Brugnone, Felsa Sicilia Giuseppe Cusimano e Uiltemp Sicilia Danilo Borrelli — si va nella direzione di rendere ancor più difficile il controllo e la tutela della sicurezza dei lavoratori».

incidente sul lavoro a casteldaccia 1 incidente sul lavoro a casteldaccia 1

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MI SI NOTA DI PIU’ SE FACCIO IL MARTIRE? – L’ASSENZA DI SAVIANO DAL SALONE DEL LIBRO DI FRANCOFORTE STAVOLTA NON E’ FRUTTO DELL’EPURAZIONE MELONIANA – E’ STATO CHIESTO ALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI QUALI SCRITTORI INVITARE ED E’ VENUTO FUORI UN ELENCO DI SINISTRELLI MICA MALE, DA NICOLA LAGIOIA A CHIARA VALERIO – MANCAVA SAVIANO SOLO PERCHE’ LE DUE CASE EDITRICI CHE POTEVANO INDICARLO NON L’HANNO FATTO. LA PRIMA È “FUORISCENA” DEL GRUPPO SOLFERINO-CAIRO EDITORE (CHE NON È NEANCHE ASSOCIATO ALL’AIE) - L’ALTRO EDITORE CHE POTEVA INSERIRE LO SGOMORRATO NELLA LISTA ERA BOMPIANI, GRUPPO GIUNTI, PER LA QUALE, SEMPRE QUEST’ANNO, SAVIANO HA PUBBLICATO “SOLO È IL CORAGGIO” (MEZZO FLOP). L’EDITOR PRINCIPE DEL GRUPPO GIUNTI È ANTONIO FRANCHINI, CHE SI È MESSO IN TESTA DI…

DAGOREPORT - IN VATICANO LA TENSIONE SI TAGLIA CON L’OSTIA: DOPO IL DAGO-SCOOP PAPALINO SULLA “FROCIAGGINE” E LE "CHECCHE IN SEMINARIO", OLTRETEVERE LO SGOMENTO HA TOCCATO OGGI IL CLIMAX CON L'ATTACCO DELLA MELONA AL CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI, PRESIDENTE DEI VESCOVI E CANDIDATO NATURALE ALLA SUCCESSIONE DI PAPA FRANCESCO, REO DI AVER SCOMUNICATO IL PREMIERATO DELLA COATTA PREMIER E L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA DI SALVINI - LA CURIA ROMANA NON SA COME GESTIRE LA "FOLLIA" DEL PAPA ARGENTINO E SVELENANO (“IN DELIRIO DI ONNIPOTENZA”, “UN PERONISTA INTERESSATO SOLO ALLA VISIBILITÀ SUI GIORNALI”) - LA DESTRA ANTI-BERGOGLIO TREMA IN VISTA DEL PROSSIMO CONCLAVE, BLINDATO DA FRANCESCO CON NOMINE DI CARDINALI PROGRESSISTI, MA LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE: MORTO IL PAPA, I SUOI FEDELISSIMI “OBBEDIRANNO” ALLA MEMORIA O FARANNO COME JE PARE?

DAGOREPORT – ATTENZIONE: LA COATTA PREMIER DE' NOANTRI POTREBBE RIENTRARE IN PARTITA DOPO LE EUROPEE. SE IL CONSIGLIO EUROPEO, NONOSTANTE LA FATWA DI MACRON E SCHOLZ, SCEGLIESSE URSULA COME CANDIDATA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE, LA TEDESCA POTREBBE CHIEDERE I VOTI ALLA MELONA PER EVITARE DI ESSERE UCCELLATA DAI FRANCHI TIRATORI DEL PPE CHE LA DETESTANO (IL PARLAMENTO DI STRASBURGO VOTA  A SCRUTINIO SEGRETO). A QUEL PUNTO LA DUCETTA POTREBBE SIGLARE UN PATTO: I MIEI VOTI IN CAMBIO DELLA VICE-PRESIDENZA O D'UN COMMISSARIO DI PESO E RINEGOZIAZIONE DELL'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITA'...

DAGOREPORT – GIORGETTI È DISPERATO: NON SA DOVE TROVARE I SOLDI PER LA PROSSIMA FINANZIARIA (SI PRESENTA A OTTOBRE MA ANDAVA CUCINATA IERI), MENTRE I PARTITI DELLA MAGGIORANZA, IN PIENA SBORNIA DA EUROPEE, SPARANO PROMESSE IRREALIZZABILI. MA DOPO IL 9 GIUGNO SI CHIUDERA' IL CORDONE DELLA BORSA: E SARANNO BOTTI TRA GIORGETTI E IL PERICOLANTE SALVINI (LEGA VICINA ALL'IMPLOSIONE) – "MELONI, DETTA GIORGIA" SI ILLUDE DI POTER RIDISCUTERE L'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITÀ, BARATTANDOLO ALLA RATIFICA DEL MES - MA A BRUXELLES LA REGINA DI COATTONIA SARA' IRRILEVANTE (I VOTI DI ECR NON SERVIRANNO PER LA COMMISSIONE UE) E GLI EURO-POTERI PREPARANO GIA' UNA BELLA PROCEDURA D'INFRAZIONE PER L'ITALIA – LA PREOCCUPAZIONE DELL'UE PER LA DEBOLEZZA STRUTTURALE DELL’ECONOMIA ITALIANA: NEMMENO I MOLTI MILIARDI DEL PNRR STANNO FACENDO VOLARE IL PIL...

DAGOREPORT – ASPETTANDO IL VOTO, MACRON E SCHOLZ HANNO TROVATO UN ACCORDO DI MASSIMA: SILURATA URSULA ED ESCLUSA OGNI ALLEANZA CON LA MELONI, I DUE LASCERANNO AL PPE, GRUPPO DI MAGGIORANZA, L’ONERE DI TROVARE UN NOME ALTERNATIVO A VON DER LAYEN PER LA COMMISSIONE (NO A WEBER, UN PO' TROPPO DI DESTRA, IN POLE IL BAVARESE SÖDER) – I SOCIALISTI PUNTANO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO, DOVE SANCHEZ FA PRESSIONE SU SCHOLZ PER IL PORTOGHESE COSTA. MA SE LA SCELTA RICADESSE SUI LIBERALI, MACRON PROPORREBBE MARIO DRAGHI - MORALE DELLA FAVA: ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO, LA DUCETTA IN EUROPA SARA' IRRILEVANTE...